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Angeli

OPERE SIGNIFICATIVE

Mi piace fare gli angeli. Ogni pittore, ogni persona ha i suoi limiti. Non può fare tutto. Dai disegni dell’angelo ho cominciato la mia arte religiosa, diciamo così tra virgolette. Loro mi danno il piacere di fare; non so come spiegare questa cosa. È una figura che mi ispira a fare e a disegnare.

Piotr Merkury

Piotr esprime bene il pensiero di Dovstojevski…”la bellezza salverà il Mondo…” . Speriamolo!!! Il modo trascendentale dell’arte di Piotr Merkury è talmente palpabile nella sua stupenda espressione, che ogni mente sensibile deve solo pensare, ammirare e tacere in una doverosa meditazione.

Giancarlo Marchetti

È difficile reperire nella pittura contemporanea un altro pittore che usi l’azzurro e il blu in una gamma così stupefacente di variazioni. L’ “Azzurro”, scriveva Kandinskij in Lo spirituale dell’arte, “è il colore tipicamente celestiale. Se molto profondo, sviluppa l’elemento della quiete, se scende fino al nero acquista una risonanza di lutto non umano”. Ma Piotr Merkury va anche al di là di Kandinskij. Oltre che dell’“azzurro celestiale”, nelle sue varie tonalità e gradazioni, è un maestro del blu profondo, del blu scuro, del blu notte, del blu nero. Gli impressionisti consideravano il nero un “non colore”, ma egli dimostra che il nero è il “cuore della luce”, come diceva Rothko, o “l’agente dello spirito”, come diceva Odilon Redon.

Costanzo Costantini e Galina Smirnova

Così come ogni autentica espressione artistica porta testimonianze che diventantano indipendenti dalla figura del loro autore, esistono fluttuazioni che legano insieme mondi culturali convenzionalmente distanti, avvicinati da continuità di pensiero diverse da quelle cronologiche. Merkury, utilizzando tanto temi classici quanto forme astratte, ispirato da una religiosità sciolta da rigidità identitarie, pensa pittoricamente e «dipinge col cervello», unisce i mondi attraverso la precisa linea di un raggio di luce e l’esatta curva di un volto. Un paesaggio o una natura morta appaiono nella loro nitida definizione sempre più che reali, gli angeli ci osservano richiamando alla presenza quanto è assente.

Claudio Comandini

I dardi spirituali che fuoriescono dalle sue tele e dalle sue vetrate sono inevitabili, non li puoi scansare, non li puoi dribblare, arrivano intensamente, come spine d’amore. Spine? Perché la sfera a cui ti fa accedere questo grande artista è talmente distante dal vissuto del pensiero contemporaneo, avulso dallo spirito trascendente, nemico delle realtà divine, che il contrasto fra ciò che è nelle corde sacrali dell’autore e ciò che ne sta fuori è sorprendente per l’urto pungente che procura a chi è dato di stare di fronte alle sue immagini.


Cristina Siccardi

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